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L202109
Distefano, Giovanni Vito Alle origini letterarie del manicomio L'Ospidale de' pazzi incurabili di Tomaso Garzoni, 2025 L’Interprete n. 109 pp. 144, ISBN 978-88-9350-149-1 € 20.00 |
Nel 1586 Tomaso Garzoni, erudito di Bagnacavallo nel ravennate, pubblica a Venezia un trattato sulla follia intitolato L’ospidale de’ pazzi incurabili, destinato a un ampio successo di livello europeo. Si tratta di una raccolta pseudo-enciclopedica di innumerevoli manifestazioni della follia, esemplificate tramite un sovrabbondante repertorio di personaggi, aneddoti, cliché, spesso inclini al triviale e al grottesco. Criterio d’ordine di questa vasta e turbinosa collezione è l’invenzione allegorica di immaginare la trattazione come una sorta di visita guidata a un ospedale costruito appositamente per accogliere i suoi bizzarri personaggi, reclusi in celle differenziate a seconda della forma specifica della loro pazzia. Garzoni perviene in questo modo a comporre una delle prime rappresentazioni letterarie di un ospedale dei matti, in un’epoca nella quale in Italia e in Europa le forme istituzionali di trattamento della malattia mentale erano ancora in una fase aurorale di definizione e diffusione. A partire da un’attenta analisi dell’architettura metaforica congegnata da Garzoni, lo studio di Giovanni Vito Distefano ne mostra l’influenza sullo sviluppo dell’idea di ospedale dei matti nella letteratura e nella storia del tardo Cinquecento e del Seicento.