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L001167
I versi e le regole Esperienze metriche nel Rinascimento italiano, 2020 a cura di Martina Dal Cengio - Nicolò Magnani Memoria del Tempo n. 67 pp. 248, ISBN 978-88-9350-053-1 € 28.00 E' possibile scaricare questo volume in versione PDF, a pagamento, tramite Casalini Libri Digital Division Premessa - Andrea Afribo, Metrica e petrarchismo. Qualche considerazione. I versi. Pratiche della versificazione: Simone Albonico, Sulla fortuna delle componenti musicali e canore nella bucolica (a partire da Arcadia IIe) - Stefano Cassini, «Carmina materno facta latina pede»: ricorrenze sperimentali in raccolte poetiche del primo Cinquecento - Martina Dal Cengio, Ancora sulle sestine liriche - Giacomo Comiati, Dalla canzone all’ode: pratiche e forme d’innovazione metrica nelle liriche di Bernardo Tasso - Giovanna Zoccarato, Tra petrarchismo e metrica barbara. Appunti sulla prosodia delle odi di Bernardo Tasso - Andrea Cortesi, Gli sciolti didascalici della Sereide di Alessandro Tesauro: un’analisi metrica. Le regole. Teorie della versificazione: Alessio Cotugno, Gli strumenti della poesia: rimari & Co. Note lessicografiche - Nicolò Magnani, La teoria della composizione del verso nella Poetica di Giangiorgio Trissino - Giada Guassardo, Le canzoni di Agnolo Firenzuola: qualche osservazione su un bembiano sui generis - Vanessa Iacoacci, Claudio Tolomei: una nuova metrica per una Nuova Poesia. L’esempio del Pastor famoso e colmo di gloria di Dionigi Atanagi - Francesco Rustici, Tra «vive ragioni» e «manifestissimi essempi». Il sistema divulgativo del trattato Del modo di comporre in versi nella lingua italiana (Venezia, Sessa, 1558) di Girolamo Ruscelli |
Non c’è dubbio che il Cinquecento rappresenti, dal punto di vista metrico e stilistico, uno dei momenti più sperimentali e al contempo più teoricamente consapevoli della nostra tradizione letteraria. Inquieta deferenza al modello petrarchesco, tensione verso la norma e insofferenza delle regole, riesumazione archeologica dell’antico e costante riflessione sugli strumenti e gli istituti della scrittura in versi si intrecciano in una stagione irripetibile, che i contributi raccolti in questo volume – dovuti in buona parte a giovani ricercatrici e ricercatori – esaminano originalmente da diverse angolazioni.
Vengono così osservati da vicino non solo autori a vario titolo canonici come Sannazzaro, Bembo, Tolomei e Bernardo Tasso, ma anche sperimentatori più vivaci del tipo di Catti, Firenzuola e Tesauro, oltre che un genere per eccellenza oltranzistico come quello della sestina lirica. La luce viene quindi puntata sui grandi nodi teorici, oggetto della seconda sezione del libro, nella quale si discute tra gli altri di Trissino, Ruscelli e Speroni, immergendosi nella selva di programmi, manifesti e trattati che costellano dall’inizio alla fine il lungo secolo delle regole e delle dispute, che fu anche il secolo di alcuni dei nostri massimi capolavori.