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L029048
Trevisani, Cesare La impresa (1569) e selezioni da La impresa (1567) e Rime (1571) con la collaborazione di Eufemia Baldassarre, Darren Kusar, Miriam Muccione, Fara Taddei, Bibiana Tangari, 2019 a cura di Armando Maggi Il Portico n. 184 pp. 216, ill. bn, ISBN 978-88-9350-050-0 € 25.00 E' possibile scaricare questo volume in versione PDF, a pagamento, tramite Casalini Libri Digital Division |
La impresa (1569) del giovane autore Cesare Trevisani è uno dei più originali e complessi ‘trattati d’amore’ rinascimentali. La sua unicità risiede prima di tutto nel presentarsi come l’interpretazione di un’ ‘impresa’, termine che indicava un’immagine emblematica che comunicava un desiderio o intenzione privata del suo autore. L’impresa di Trevisani rappresenta quattro animali concatenati simboleggianti quattro forme di amore. La trattatistica sull’amore di stampo neoplatonico e l’emblematica erano due tematiche di grande popolarità nella cultura italiana cinquecentesca. Ma un ulteriore aspetto di novità è la presenza di due versioni profondamente diverse de La impresa. La prima edizione pubblicata nel 1567 è la narrazione di un dialogo privato tra il giovane Trevisani e un suo caro amico che desidera comprendere i sensi nascosti della misteriosa immagine emblematica del Trevisani. In questa versione l’enfasi è su fonti di natura principalmente letteraria, sebbene l’autore già dimostri una conoscenza significativa delle fonti della trattatistica amorosa. La seconda versione, uscita due anni dopo (1569) e significativamente più lunga, è in realtà un’esegesi ed espansione della prima. In questa versione finale Trevisani amplifica notevolmente i riferimenti filosofici e teologici mantenendo la struttura prettamente letteraria del testo, creando in tal modo un unicum in questa fertile tradizione. Semplificando questa complessa tematica, si potrebbe dire che esistevano due tipi di ‘trattati d’amore’. I più frequenti erano testi essenzialmente narrativi spesso in forma di dialogo con una conoscenza superficiale delle fonti filosofiche, soprattutto il complesso De amore di Marsilio Ficino, quasi mai citato sebbene fosse l’origine di questa moda letteraria. Più rari erano densi trattati filosofici, come i Dialoghi d’amore di Leone Ebreo o Gli eroici furori di Giordano Bruno, con una profonda conoscenza delle opere neoplatoniche, ermetiche e teologiche che avevano ispirato il libro di Ficino. Con ‘trattato d’amore’ si suole quindi indicare testi appartenenti a generi fortemente diversi. Con La impresa del 1569 Trevisani tenta di colmare questa separazione, fondendo allusioni letterarie e citazioni dotte dalla teologia cattolica e dal pensiero neoplatonico, che aveva letto nelle traduzioni di Ficino.
Questo volume è stato curato da Armando Maggi, che ha scritto le note al testo, con la collaborazione di un gruppo di dottorandi della University of Chicago.