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L021085
Fabbri, Costanza Gli eterni affetti Il sentimento dipinto tra Bisanzio e Ravenna, 2016 Arte e cataloghi pp. 144, 43 ill. bn e col., ISBN 978-88-8063-838-4 € 18.00 E' possibile scaricare questo volume in versione PDF, a pagamento, tramite Casalini Libri Digital Division |
Nonostante l’immaginario comune assegni alla civiltà bizantina l’etichetta di “arte algida e astratta”,la tendenza a rappresentare compiutamente gli affetti sembra essere nata nella seconda metà del XII secolo proprio in territorio bizantino (serbo-macedone), grazie alla concomitanza di due fattori: la radicata tradizione ellenistica presente a Salonicco e la forte matrice folcloristica, di cui l’arte balcanica fu sempre impregnata.In Romagna, la scuola riminese giottesca, favorita dalle committenze francescane, parve accogliere e ben metabolizzare la lezione d’Oriente, sintonizzandola sul patetismo di Giotto a Padova e sulla drammaticità del senese Pietro Lorenzetti ad Assisi. Tra gli esempi oggi superstiti, quello ravennate di Santa Chiara primeggia su tutti, per la squisita armonia tra il pietismo devozionale di indiretta derivazione balcanica, il patetismo espressionistico nordico e il laico umanesimo comunale di cui Giotto si fece mediatore. Mentre l’Oriente greco mirò sempre ad applicare una rappresentazioneaffettivadei sentimenti, ovvero addomesticata dalla ragione, l’Occidente latino predilesse una resa piùemotivae passionale, laddove il sentimento, per sua natura indomito, riuscì a liberarsi e a circolare indisturbato, segnando il passo al definitivo trionfo dell’uomo e della sua individualità e spalancando così le porte all’arte del futuro Rinascimento italiano.