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L’Innamorato del giovane cavaliere Brunoro Zampeschi (1540-1578), pubblicato a Bologna nel 1565, è un trattato di notevole interesse del secondo Cinquecento, oggi pressoché dimenticato. Zampeschi, signore di Forlimpopoli e stretto conoscente di Torquato Tasso (che a lui dedicò un sonetto inserito nella sezione conclusiva della prima parte delle Rime), immagina che due dei suoi più cari amici s’intrattengano nel corso di tre giorni estivi a discutere delle qualità necessarie per un perfetto innamorato, mentre il loro ospite è in missione a Crema. Il titolo dell’opera è fuorviante, infatti L’innamorato è ben lontano dalla trattatistica sull’amore di stampo ficiniano, di cui critica l’eccessiva astrazione. Il libro di Zampeschi non è soltanto un’esplicita e polemica riscrittura del Cortigiano di Castiglione, ma anche un’affascinante riflessione sul ruolo della cavalleria nella formazione del gentiluomo rinascimentale. Questa è la prima edizione moderna dell’opera di Zampeschi; l’edizione del testo, curata da Armando Maggi insieme a tre dottorandi della University of Chicago, è accompagnata da una nota biografica su Zampeschi di Chiara Montanari e dai saggi critici di Michael Subialka, From Philosophical Theory to Literary Praxis: The Question of Love in L’innamorato e di Sarah Christopher-Faggioli, L’innamorato e Il dialogo dell’honore.