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Contemporanea - Materiali storico-economici

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Ritratto d'artista. Giulio Ruffini
L'occhio del poeta, 2007
a cura di Orlando Piraccini
fotografie di Costantino Ferlauto
Contemporanea n. 30
pp. 208, 192 ill bn e col., ISBN 9788880635628    € 28.00

È un vero e proprio “ritratto d’artista” quello che viene dedicato con questo volume a Giulio Ruffini a
dieci anni dalla grande mostra antologica promossa dal Comune di Ravenna e curata da Giulio Guberti.
Nel segno della più stretta attualità di vita e di lavoro del grande pittore e disegnatore si rinnova, dunque,
l’interesse per la figura e l’opera di un protagonista indiscusso della vicenda figurativa romagnola a partire
dalla metà del secolo scorso, noto largamente anche sulla scena artistica nazionale.
L’incontro con Giulio Ruffini viene qui scandito dalla presentazione di una ricca serie di opere “identificative”
del sentire umano e del pensiero dell’artista. Si tratta di dipinti e disegni facenti parte della raccolta
privata di Ruffini (si potrebbe dire: i “Ruffini di Giulio Ruffini”) la cui importanza supera di gran lunga il
loro valore squisitamente figurativo, rivelandosi in questo contesto come silenziosi e discreti “compagni
di vita” del loro stesso autore, ma anche “testimoni” e “specchi riflessi” della condizione esistenziale di
Ruffini nel proprio procedere creativo.
In questo percorso rappresentativo incentrato sulla figura del “pittore poeta” un capitolo determinante è quello
costituito dal più recente ciclo inventivo di Giulio Ruffini, con opere inedite dell’ultimo periodo di lavoro
dell’artista, talmente colme di significati da rendere attualissimo il giudizio espresso oltre quarant’anni fa dal
celebre critico d’arte Francesco Arcangeli a proposito del non mai arrendersi dell’artista “col suo talento alto
di grafico e con le sue doti di pittore, a dir l’ultima parola alla propria storia”, come dimostra la serie dei disegni
appositamente riprodotti nell’“appendice” del volume.
Il lettore può vedere, infine, le immagini della casa studio di Mezzano: per la prima volta la macchina
fotografica fa il suo ingresso nella dimensione di vita e di lavoro di Ruffini le cui parole qui raccolte sono
anch’esse preziosa testimonianza d’inesausta vitalità e d’ininterrotta fede nell’arte.