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Coscienza e attività mentale, aspetti del funzionamento del cervello umano, sono da un secolo e mezzo campo di studio delle neuroscienze, specialmente dopo che l’evoluzionismo darwiniano sembrò garantire alla ricerca neurofisiologica e neuropsicologica una legittimità metodologica incontrovertibile.
Le neuroscienze intendono correlare ogni aspetto della coscienza e della mente, anche le astrazioni più ardite, gli stati psicologici più indefinibili, le decisioni morali più sofferte, ad eventi fisico-chimici del cervello, non potendo la loro metodologia che essere rigorosamente riduzionistica.
Se l’uomo non è un eccezione ma una delle forme dell’evoluzione biologica, il suo cervello è diverso da quello dei primati solo per una maggiore complessità morfologica. La metodologia dello studio anatomo-fisiologico del cervello umano non è quindi diversa da quella dello studio di ogni altro evento biologico.
Questo libro partecipa alla discussione sulle neuroscienze della mente e della coscienza con contributi di una studiosa di filosofia della conoscenza (Lanfredini), di due medici del sistema nervoso (Benini, Bassetti), di un neurofisiologo impegnato sul fronteavanzato della neurofisiologia sperimentale (Scanziani) e di uno specialista di scienze cognitive (Núñez).
Le neuroscienze hanno chiarito veramente quanto lecita sia la loro metodologia se applicata allo studio della mente? È possibile capire con i suoi metodi come e perché il cervello umano abbia creato la matematica per capire il mondo (Núñez)? È possibile studiare sperimentalmente, e non solo psicologicamente, i sogni come un aspetto non trascurabile della nostra vita mentale (Bassetti)? Capire il linguaggio dei neuroni è sufficiente a spiegare perché ogni Io è diverso dall’altro (Scanziani)? Qual è il ruolo delle neuroscienze nella riflessione sul posto dell’uomo nella natura e sulla sua coscienza morale (Lanfredini, Benini)?