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Cantelmo, Marinella Pascoli Lo sguardo di Thanatos, 2006 L’Interprete n. 91 pp. 136, ISBN 978-88-8063-540-6 € 20.00 E' possibile scaricare questo volume in versione PDF, a pagamento, tramite Casalini Libri Digital Division Nel primo volume di versi di Giovanni Pascoli, Myricae, la poetica del “con-pianto” sollecita una “lettura commossa” di immediata e totale adesione emotiva. A tale scopo l’opera si sintonizza sul “canale” dell’affettività infantile, familiare, domestica, che tocca e coinvolge la totalità dei riceventi reali e possibili, eventuali, presenti e futuri: chi tra loro non è stato bambino, non ha avuto una famiglia o, in ogni caso, non ha dovuto dolorosamente misurarsi con la sua assenza o anche solo con la paura di perderla? Una poesia per tutti che possa tramutarsi nella poesia di tutti: questa la sapiente, rischiosa operazione pascoliana, con ogni probabilità cosciente di sé, storicamente rivoluzionaria se si pensa che una tradizione letteraria secolare precludeva a priori l’accesso alla poesia ai lettori “senza qualità”. Mentre Carducci guadagnava al classicismo un’ampia sfera di pubblico, mentre il romanzo, dopo la “discesa” verso gli umili e i derelitti, da Manzoni a Verga, tornava a rappresentare un mondo aristocratico, privilegiato persino nel degrado (lo stesso Verga, Capuana, Fogazzaro), che con d’Annunzio si imponeva come paradigma del lusso e dell’eccezionalità del vivere, la «democrazia linguistica» della poesia pascoliana allargava a tutto campo la propria utenza virtuale, nella piena condivisione delle esperienze più comuni e alla portata di tutti, consentita dal ricorso al linguaggio di tutti. La «democrazia linguistica» non è che l’altra faccia della “democrazia affettiva”: il poeta “fanciullo” si rivolge ai suoi pari ed agli illetterati, mentre il poeta professore si nutre della quotidiana dimestichezza con i classici antichi e recenti e riesce a far passare per nuovo e “basso” un messaggio che affonda salde radici tra le voci più alte di un passato millenario. |