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Bolognesi, Mario Didascalie per un'istantanea. A occ avìrt, 2005 a cura di Giuseppe Bellosi introduzione di Luciano Benini Sforza Poesia pp. 114, ISBN 978-88-8063-480-5 € 15.00 |
Ciò che colpisce il lettore in questi versi di Bolognesi (in parte scritti in dialetto romagnolo, in parte in italiano) è la cifra visiva e visionaria, insieme al passo dinamico e inquieto nei territori letterari e umani. Il titolo stesso di questo volume, nel quale viene ripubblicata la raccolta del 1973 con l’aggiunta però di alcuni testi inediti, evidenzia da subito un tratto incisivo dell’autore: il suo guardare vigile (e ferito) alla realtà e all’esistenza. La direzione, del resto, che qui il poeta in vari modi segue nel suo contesto è quella di rinnovare senza estremismi il linguaggio poetico e la tradizione, in una chiave lirico-civile, personale e antropologica insieme. Il tutto espresso con un’intensità allusiva che, fondendo elementi di vita quotidiana e grandi temi, illumina una fase storica davvero delicata: la crisi della civiltà contadina e il trionfo della società moderna, consumistica e distratta.
Mario (Agostino) Bolognesi nasce nel 1930 a Conventello, non lontano da Ravenna; vedendosi costretto col passaggio del fronte a fuggire insieme alla famiglia, si sposta e si trasferisce a Ravenna, città nella quale studia prima in Seminario, poi al Liceo Classico. Già alla fine degli anni Quaranta pubblica con Gastaldi di Milano la raccolta poetica in italiano Primi versi. Si laurea a Firenze (in Lettere moderne) sotto il magistero di Giuseppe de Robertis e Roberto Longhi e si dedica all’insegnamento; come poeta, ottiene riconoscimenti significativi nell’ambito del «Premio Cervia» (siamo nel 1967). Non vanno dimenticati inoltre il suo impegno nella politica e la collaborazione alla rivista fiorentina «Il Bimestre», diretta da Luigi Baldacci; da ricordare anche la pubblicazione del racconto Giuvac e Marianàz. Storie della “bassa” (in Ravenna una capitale, a cura di V. Emiliani e T. Dalla Valle, Bologna, Alfa, 1965). Nel 1973 fa uscire la raccolta poetica Didascalie per un’istantanea. A ócc avírt. Muore a Milano nel 1976.