L202057
Cantelmo, MarinellaIl Piacere de' leggitoriD'Annunzio e la comunicazione letteraria, 1996
L’Interprete n. 57
pp. 280, ISBN 88-8063-086-5
€ 22.00
L202083
Cantelmo, MarinellaDi lemmi del riso e altri saggi su Pirandello, 2004
L’Interprete n. 83
pp. 196, ISBN 88-8063-448-8
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tramite Casalini Libri Digital DivisionStanze e strade, finestre e vetrine disegnano gli scenari indifferentemente interni o esterni di un’identica emarginazione. Una folla di esclusi, di solito sgraziati oltre che disgraziati, popola le pagine pirandelliane: segregati fra quattro mura o espulsi a vagare per le vie cittadine, essi guardano attraverso un diaframma di vetro lo spettacolo della vita, senza mai parteciparvi.
L’umorismo, si sa, disdegna le figure attraenti, nel cui aspetto tutti i tratti convergano nell’accordo armonioso della bellezza infelice, così facile da compiangere. Ma il sentimento del contrario è chiamato a gestire reazioni intimamente contraddittorie nel lettore o nello spettatore: essi possono pertanto commuoversi come il giudice che piange senza parole, in una novella famosa, abbracciando il povero infelice che pretende la patente di jettatore, oppure esultare con l’omonimo protagonista teatrale, che intasca trionfante la prima «tassa» riscossa grazie al riconoscimento dei propri poteri.
L202091
Cantelmo, MarinellaPascoliLo sguardo di Thanatos, 2006
L’Interprete n. 91
pp. 136, ISBN 978-88-8063-540-6
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tramite Casalini Libri Digital DivisionNel primo volume di versi di Giovanni Pascoli, Myricae, la poetica del “con-pianto” sollecita una “lettura commossa” di immediata e totale adesione emotiva. A tale scopo l’opera si sintonizza sul “canale” dell’affettività infantile, familiare, domestica, che tocca e coinvolge la totalità dei riceventi reali e possibili, eventuali, presenti e futuri: chi tra loro non è stato bambino, non ha avuto una famiglia o, in ogni caso, non ha dovuto dolorosamente misurarsi con la sua assenza o anche solo con la paura di perderla? Una poesia per tutti che possa tramutarsi nella poesia di tutti: questa la sapiente, rischiosa operazione pascoliana, con ogni probabilità cosciente di sé, storicamente rivoluzionaria se si pensa che una tradizione letteraria secolare precludeva a priori l’accesso alla poesia ai lettori “senza qualità”. Mentre Carducci guadagnava al classicismo un’ampia sfera di pubblico, mentre il romanzo, dopo la “discesa” verso gli umili e i derelitti, da Manzoni a Verga, tornava a rappresentare un mondo aristocratico, privilegiato persino nel degrado (lo stesso Verga, Capuana, Fogazzaro), che con d’Annunzio si imponeva come paradigma del lusso e dell’eccezionalità del vivere, la «democrazia linguistica» della poesia pascoliana allargava a tutto campo la propria utenza virtuale, nella piena condivisione delle esperienze più comuni e alla portata di tutti, consentita dal ricorso al linguaggio di tutti. La «democrazia linguistica» non è che l’altra faccia della “democrazia affettiva”: il poeta “fanciullo” si rivolge ai suoi pari ed agli illetterati, mentre il poeta professore si nutre della quotidiana dimestichezza con i classici antichi e recenti e riesce a far passare per nuovo e “basso” un messaggio che affonda salde radici tra le voci più alte di un passato millenario.
L202105
Cantelmo, MarinellaAbiti di pietraRiflessioni sulla letteratura italiana da Manzoni a Paola Capriolo, 2013
L’Interprete n. 105
pp. 212, ISBN 978-88-8063-777-6
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