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Un libro in cui la memoria incrocia la storia. La memoria formidabile di un uomo che ha attraversato il Novecento, e che con laicità mazziniana vive questo inizio di XXI secolo, si incontra con il fascismo del manganello e dei gerarchi, con la guerra in Italia, con la tragedia in Russia, con le generose speranze della neonata democrazia, con le contrapposizioni della guerra fredda.
Un giovane ravennate, Enrico Bartoletti, nato a Cannuzzo di Cervia nel 1920, esce dal turbine della guerra e mette alla prova la sua fede repubblicana impegnandosi in politica e nella società. La Cooperazione diviene il suo credo laico, il modo di unire pace e lavoro, di rendere concrete le speranze di Democrazia e Giustizia. Bartoletti aderisce al PRI fin dal 1945, avvia oltre 70 cooperative nella nostra provincia, è tra i fondatori dell’ACMAR, della UIL ravennate e dell’AGCI, di cui per vari anni sarà il presidente provinciale.
Un protagonista del movimento cooperativo, dunque, conosciuto e apprezzato in Italia e all’estero, che, con onestà e modestia, speranza incrollabile e impegno sempre vivo, ci conduce, con la sua precisa e appassionata narrazione, dai braccianti ravennati ad Ostia di fine Ottocento e alla cooperazione-azienda attuale, dalle povere campagne ravennati d’inizio Novecento al mondo disuguale e globalizzato di oggi.